Laboratorio SPINAL, due nuovi operatori affiancano il dott. Giuliano Taccola, Elisa Fabbro e Massimiliano Rusgnak

ELISA FABBRO:
Sono venuta a conoscenza di SPINAL leggendo sui giornali quotidiani della nostra regione: il Piccolo e il Messaggero. Sono sempre stata affascinata dalle neuroscienze, in particolare dal midollo spinale anche per problemi alla spina dorsale che mi accompagnano fin da piccola.
Per noi biotecnologi la SISSA rappresenta un centro di eccellenza per la ricerca dove tutti aspirano ad andare.
Ho lavorato per quattro anni al Burlo Garofolo.
Più volte ho fatto richieste al prof. Nistri. Ai primi di luglio di quest’anno mi ha chiamata per un colloquio. La conclusione è che avrò un assegno di post doc per un anno e affiancherò il dott. Taccola.
Sono però preoccupata perché i miei studi sono relativi ad un campo diverso dato che mi sono laureata in biotecnologie mediche con una tesi dal titolo “Anomalie nella differenziazione degli immunociti nella malattia di Crohn”, ho studiato il morbo di Crohn, l’autoimmunità, la celiachia. Un campo molto diverso da quello di cui mi dovrò occupare nel laboratorio Spinal.
Sto cercando di acquisire le tecniche di elettrofisiologia. Per me si tratta di una metodica nuova e mi rendo conto che sarà duro e impegnativo imparare (dovrò fare un preparazione che possa essere paragonata ad un post doc SISSA) ma sono decisa a dare il massimo e poi ho un maestro straordinario, Giuliano Taccola, che è proprio bravo, paziente e tranquillo. Ho provato a fare le prime dissezioni, per me sono state complicatissime.
R. Dicevi di aver avuto un corso di studi determinato dal desiderio? Di che desiderio si trattava?
E. Ho avuto dei problemi di scoliosi e fin da piccola ho frequentato gli ospedali, da questa precoce esperienza mi è nato il desiderio di conoscere la spina dorsale.
R. Hai conosciuto le persone che stanno facendo la loro riabilitazione al Gervasutta?
E. Sì, in particolare due ragazzi che mi hanno raccontato la loro storia, come la vivono…
R. Che tipo di riabilitazione stanno facendo?
E. Provano il cammino assistito e l’elettrostimolazione funzionale, FES, dato che hanno una lesione incompleta del midollo. E’ un campo da cui farsi affascinare
R. Gli occhi delle persone con lesione spinale sono puntati sulla ricerca, è nata una grande speranza. Fino a pochi anni fa ci veniva detto di rinunciare a sperare in una guarigione, che non c’era alcuna possibilità.
E. Si, anch’io leggo speranza e voglia di conoscere nelle persone che ho incontrato. Mi hanno chiesto di visitare il laboratorio.
R. Il laboratorio Spinal diventerà il luogo dove poter andare a vedere che cosa si sta studiando, dove informarsi, capire che cosa è successo al tuo midollo spinale. Può diventare un luogo privilegiato di incontro e studio per alimentare la vera speranza nella ricerca.
Quando sarà costante la vostra presenza nel laboratorio?
E. Tra un mese incominceremo a svolgere una attività quotidiana.

MASSIMILIANO RUSGNAK
Mi chiamo Massimiliano Rusgnak e sono di Trieste.
R. Come è nata la tua collaborazione con il laboratorio Spinal?
M. Giuliano Taccola ed io abbiamo un amico in comune. Io cercavo lavoro. Lui offriva un lavoro. Ci siamo incontrati… sono perito in elettronica e telecomunicazioni.
R. Che cos’è che sa ti piace di questo lavoro?
M. Il solo fatto di essere nell’ambito della ricerca. Per me è sempre stata una aspirazione… ho in ballo una laurea in fisica, è la strada che vorrei fare.
R. Nel laboratorio che tipo di competenza ti viene richiesta?
M. Elettronica per lo più, come vedi la strumentazione consiste in un apparato per la registrazione e l’analisi dei segnali. Il procedimento consiste nell’acquisizione di segnali molto deboli, un amplificatore per riprenderli e amplificarli così da poter essere visualizzati e analizzati.

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R. Qual è il lavoro di ogni giorno?
M. Non lo so ancora ma non mi aspetto una routine ferrea.
R. Ti fa sognare questo lavoro?
M. Noooo, non così tanto!
R. Conosci l’oggetto di ricerca di questo laboratorio?
M. Trovo stimolante il fatto che siano “cose” che nessuno conosce, che sia un settore di cui non si sa nulla.
R. Che cosa rappresenta per te Spinal?
M. Il bello di questa situazione è che ci siamo ritrovati qui assieme, noi tre, ognuno con competenze diverse. Trovo curioso l’intreccio di conoscenze, la possibilità di imparare molto.

GIULIANO TACCOLA
Elisa e Massimiliano, adesso sono entrati in un rapporto di lavoro e formazione che ha la durata di un anno. Bisognerà pensare a che cosa fare dopo, trovare altre forme per continuare questa collaborazione.
Per quanto riguarda il lavoro di Massimiliano: se si pensa alla figura del tecnico si finisce per immaginare una sorta di impiegato, qualcuno che faccia un lavoro di routine, di mantenimento e riparazione di cose che si rompono. Se invece si considera la cosa come l’esperienza di un anno, con le risorse che ci sono, si potrebbe provare a dare un altro significato: cerchiamo di giocarci ogni possibilità a disposizione, facciamola funzionare nel miglior modo possibile, per es. esiste la possibilità di imparare come funzionano determinati strumenti, se ne possono inventare di altri, si possono migliore. Oppure si può imparare a presentare e vendere questi strumenti per la ditta che li fornisce…
M. Presentare e vendere è un discorso interessante che mi convince, ma da fare più in là. Adesso ho un contratto di un anno e ho intenzione di giocarmelo al meglio perché questa è una esperienza estremamente stimolante.

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