Elena Fabbiani, una collaborazione con Spinal

Elena Fabbiani

Ho incontrato Elena al Laboratorio Spinal dove sta facendo una originale esperienza.

Quale percorso ti ha portata al laboratorio Spinal?
Ho incontrato, conosciuto, il dott. Taccola alla SISSA. Mi aveva cercata essendo venuto a conoscenza delle mie esperienze di studio, dichiarandosi interessato alle mie competenze.
Mi ha illustrato il progetto che avrebbe voluto realizzare con una persona con la preparazione che ho io magari utilizzando una borsa post laurea.
La borsa post laurea è un assegno di ricerca e nel mio caso dura due mesi durante i quali Giuliano mi ha proposto di realizzare due progetti. Uno è un’analisi statistica dei dati su delle loro (loro sono sempre tutte le persone che lavorano a Spinal) registrazioni elettrofisiologiche.
L’altro progetto consiste nell’imparare ad utilizzare un software per programmare un nuovo dispositivo elettronico controllato da un sofisticato programma al PC (in modo da poterlo utilizzare per stimolare le radici del midollo spinale con impulsi ben definiti.

Da quando tempo lavori presso il laboratorio Spinal?  
Sono arrivata il 6 novembre, di fatto sono due settimane e mezza che lavoro.

Come sta andando?
Ma bene… anche l’ambiente è molto stimolante, proprio ieri ho mostrato i primi risultati a Giuliano e mi ha dato ottimi suggerimenti per la continuazione.

Che cosa ti aspetti di ricevere da questa esperienza?  
Già dall’inizio questa esperienza mi sta formando. Sono entrata in contatto con un ambiente nuovo, un nuovo gruppo e soprattutto un nuovo campo di ricerca. Spero che, oltre alle cose che sto imparando, mi abitui anche a “cavarmela da sola”, cosa che si comincia già a fare con la tesi specialistica, ma durante la quale, se qualcosa dovesse andare storto, c’è ancora la scusa del “sono solo uno studente”. Adesso non è più così: sono sola, sto facendo una cosa nuova, diversa e quello che tiro fuori (o non tiro fuori) è solo merito o colpa mia.

Che tipo di studi hai fatto, in che cosa ti sei laureata?
In fisica, la triennale e la specialistica. Per questo Giuliano mi contattò dicendomi “Forse tu hai il background necessario per realizzare un progetto che ho in mente da un po’ di tempo ma non ho trovato ancora nessuno adatto”.

Quindi tu alla SISSA vuoi fare un dottorato conseguente, in fisica…
No, a dire il vero vorrei provare neurobiologia, ho sempre avuto questo interesse fin dal liceo.
Ho scelto di fare fisica perché  credevo che avrei acquisito conoscenze che avrei potuto utilizzare anche in altre discipline e quindi fare, per esempio, un dottorato in neurobiologia. Sono molto contenta dell’impostazione mentale che mi ha dato lo studio della fisica.

Qual è stato l’argomento della tua tesi?
La tesi l’ho fatta su un dispositivo PET (La tomografia a emissione di positroni è una tecnica di medicina nucleare e di diagnostica medica utilizzata per la produzione di bioimmagini) perché l’indirizzo specialistico era sulla fisica medica e quindi ho studiato un dispositivo PET che viene utilizzato per il monitoraggio della dose in adroterapia  (una nuova frontiera della radioterapia è rappresentata dall’adroterapia che utilizza protoni e nuclei atomici (chiamati ioni) soggetti alla forza detta ‘nucleare forte’ e per questo motivo chiamati adroni (dal greco adrós, forte), da cui il termine adroterapia): quando i tumori vengono trattati con fasci di particelle si utilizzala PETper vedere dove si vanno a localizzare, per capire se il tumore è stato effettivamente colpito. Il dispositivo PET che ho studiato è utilizzato per ricerca, ma l’idea è quella di arrivare ad una completa integrazione con la clinica.

Tenterai l’esame di ammissione al dottorato in SISSA?
Dipende da quello che succede nel frattempo, tra la fine della durata della borsa e settembre, data di ammissione al dottorato SISSA. Nessuno mi ha promesso alcunché ma se la borsa non mi viene prorogata non posso stare nove mesi senza fare niente. Di certo cercherò altro, magari un altro dottorato all’estero, so che all’estero non hanno vincoli di esame, uno contatta il professore, ovviamente si sottopone ad un’intervista, e se al professore piace il tuo lavoro ti dice “si, vieni” oppure “no, non venire”. Non starò ferma nove mesi.

Pensi che il lavoro che stai facendo qui ora influenzerà in qualche modo le tue scelte future? 
Dopo la laurea non avevo mai pensato di fare il dottorato in fisica, quindi l’ambito in cui mi trovo ora è quello che ho già scelto. Vorrei continuare con l’analisi  dati però integrata con attività di laboratorio su campioni.

Come ti sembra il lavoro che si fa al laboratorio Spinal? 
Molto interessante e penso che sia anche molto utile. Io non so precisamente che cosa facciano nello specifico. L’ambiente é bello, sono tutti giovani, anche Giuliano è giovane e fa  lui stesso esperimenti a differenza di tutti gli altri professori che ho incontrato negli altri laboratori.

Da dove vieni? 
Vengo da Colle Val d’Elsa in provincia di Siena.

Come ti trovi in Friuli, come essere all’estero? 
No, mi piace stare a Udine. Ho studiato a Pisa per la laurea magistrale  ma nell’insieme Udine è più carina. Mi trovo bene con le persone sia in laboratorio che con i  miei inquilini e questa è una cosa molto importante per vivere bene in un posto.

Hai imparato qualche parola in Friulano? 
Per adesso non molte… ma ci sto lavorando.

Quando non sei a lavorare come passi il tempo? 
In generale faccio una vita abbastanza tranquilla. Mi piace leggere, gioco a scacchi (purtroppo adesso solo su internet). Per il resto esco molto spesso con gli altri ragazzi del laboratorio.

Lascia un Commento