Da un’intervista a Giuliano Taccola del 9 febbraio 2005

Giuliano Taccola nella biblioteca della SISSA

SPINAL lab, sull’esempio dei più importanti centri dedicati alla para-tetraplegia in Europa e Nord America, è una struttura di ricerca dedicata allo studio delle lesioni spinali collocata all’interno di una realtà clinica. E’ nato dall’incontro quasi casuale di due entità di prestigio: l’ospedale Gervasutta di Udine e i laboratori di neurobiologia della SISSA di Trieste, che da alcuni decenni affrontano dai rispettivi punti di vista le lesioni al midollo spinale. L’incontro avvenne alcuni anni fa ad un congresso internazionale sulle lesioni spinali dove fui avvicinato dal dott. Marsilio Saccavini, allora medico riabilitatore  presso il Gervasutta, interessato ai nostri  risultati pubblicati dal prof. Andrea Nistri, professore ordinario di Farmacologia Cellulare e Molecolare, settore di Neurobiologia, alla SISSA. Fin da  quel primo incontro incominciammo a pensare di instaurare una stretta collaborazione scientifica tra le due realtà regionali che negli anni successivi si concretizzò una serie di seminari e incontri ed ebbe il suo culmine con il simposio del 29 giugno 2004 dal titolo “Lesione Midollare Spinale: dalla sperimentazione di base al trattamento riabilitativo”. Il progetto di ricerca SPINAL si è proposto di massimizzare gli sforzi applicativi di questa collaborazione scientifica mettendo fisicamente in contatto clinici del Gervasutta e ricercatori SISSA  con la realizzazione di sofisticati laboratori di ricerca nello stesso complesso che ospita ora apparecchiature mediche, palestre e camere di degenza. In tal modo si cerca di di far entrare la ricerca di base  direttamente in contatto con i problemi clinici che è chiamata a risolvere, responsabilizzando i ricercatori sul raggiungimento di benefici concreti per coloro che soffrono di una lesione al midollo spinale. Inserire un ricercatore in un complesso ospedaliero significa calare la persona che ha scelto di dedicarsi allo studio di questo argomento nell’umanità, talvolta lacerata e sofferente, di coloro che, direttamente o per il coinvolgimento di amici o parenti, si trovano a vivere gli esiti di una lesione al midollo spinale. Al contempo, condividere spazi comuni con medici e soggetti mielolesi, può rappresentare una continua fonte di utili suggerimenti, l’ispirazione di sempre nuove soluzioni e, non da ultimo, un modo per orientare la ricerca di base verso le urgenze poste dalla condizione della para-tetraplegia. Il corpo medico, a sua volta, ha l’opportunità di veder intensificarsi le occasioni di approfondimento, confronto e  aggiornamento con il mondo della ricerca internazionale andando a colmare il divario, oggi esistente, tra le innovazioni proposte dai laboratori e la reale applicazione di nuovi modelli terapeutici all’interno dei nostri ospedali. Sono aspetti che risultano ancora più preziosi nella formazione degli allievi medici e paramedici che possono da subito orientare la loro crescita nella direzione di una maggiore attenzione e sensibilità a quanto suggerito dal mondo della ricerca. Inoltre, per l’individuo para-tetraplegico e per i suoi familiari, SPINAL rappresenta l’occasione unica di tastare continuamente il polso della ricerca scientifica,  sfruttando la piena accessibilità dei laboratori e del personale di ricerca per confidare dubbi e perplessità cosi come per condividere i successi ottenuti. Tutto questo nella convinzione che partecipare agli sviluppi della ricerca scientifica sia lo strumento migliore per sottrarsi alla cattiva informazione e al pericoloso passaparola su presunte soluzioni miracolose, sempre lontane e sempre molto costose. Troppo spesso le grossolane semplificazioni, la libera interpretazione e la ricerca del sensazionale, proprie di una scorretta divulgazione scientifica, non fanno altro che alimentare false speranze indicando improbabili soluzioni che si rivelano dannose e prive della necessaria solidità sperimentale.

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